L'art. 3 del Decreto Legge 24 Gennaio 2015 n. 3, dispone che la SACE è autorizzata - previa autorizzazione della Banca d'Italia - a svolgere il proprio intervento,  oltre che con l'attività di rilascio di garanzie e polizze assicurative, anche attraverso l'esercizio del credito diretto.  Ancorché la norma in questione non lo indichi espressamente,  l'esercizio di tale attività creditizia potrà essere esercitata sia direttamente dalla SACE, sia tramite la costituzione di Banca Export Import controllata al 100%.

Nella sostanza – senza entrare in tecnicismi – la norma pone in essere una ridefinizione ed un ampliamento significativo dell'oggetto sociale e della mission  di SACE, ridefinizione ed ampliamento che si discute da diversi anni in tutte le tavole rotonde a cui partecipano membri del MEF e del Ministero dello Sviluppo Economico e che stato richiesto a gran voce dallo stesso management della SACE a tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni.  Come è noto sono diversi anni che il gigante assicurativo (il cui 100% del capitale sociale, è utile ricordarlo, nel novembre 2012 è stato trasferito dal MEF alla Cassa Depositi e Prestiti per un valore stimato di 6,2 Miliardi di Euro) sta cercando di ridefinire il proprio modello di business, gli obiettivi commerciali e il posizionamento sui mercati anche in vista di un apertura ai capitali privati e ad una parziale quotazione in Borsa; quotazione in Borsa che sembrava imminente nell'anno di Governa Letta ma che – ad oggi – si è persa all'orizzonte.

In questa ottica la razionalizzazione delle attività esercitabili della SACE operata con il Decreto Legge in commento,  è finalizzata a massimizzare il suo livello di competitività rispetto alle altre entità che operano con le stesse finalità sui mercati internazionali e – nel contempo - ben si inquadra nel più ampio disegno di valorizzazione ed incentivazione dell'attività di esportazione e di  internazionalizzazione delle piccole e medie imprese che, negli ultimi cinque anni, si è messo in campo, al fine di facilitare l'accesso diretto al mercato credito e del capitale di rischio, di cui le nostre imprese hanno un disperato bisogno. In questo più ampio disegno del Legislatore, sono da annoverarsi – inter alia - l'introduzione della normativa sui mini-bond e le cambiali finanziarie introdotta con il Decreto Sviluppo 2012 e della normativa sulle cd. Export Banks che - tra le altre cose – prevede che la Cassa depositi e prestiti fornisca la provvista alle banche per il credito all'esportazione e l'internazionalizzazione delle PMI, solo nel caso in cui l'operazione sia assicurata o garantita dalla SACE (Decreto Tremonti del 22 Gennaio 2010). 

Con riferimento invece al soggetto che in concreto chiederà l'autorizzazione all'esercizio dell'attività creditizia ai sensi dell'art. 14, comma 1 del Testo Unico Bancario, è molto probabile che la SACE si orienti alla costituzione di una New-co partecipata al 100% piuttosto che chiedere a Banca d'Italia di autorizzare direttamente SACE allo svolgimento dell'attività creditizia diretta. Questo per due ordini di ragioni. Il primo è che risulterebbe molto più semplice e lineare chiedere l'autorizzazione per una New-co di nuova costituzione con statuto, atto costitutivo e programma concernente l'attività iniziale autonomi ed indipendenti rispetto a quelli di SACE, limitando il sindacato delle Banca d'Italia sostanzialmente ai requisiti di onorabilità dei partecipanti al capitale delle soggetti ed i requisiti di professionalità ed onorabilità di coloro che svolgeranno funzioni di amministrazione, direzione e controllo nella New-co che, essendo tutti di provenienza SACE, non dovrebbero avere grandi problemi in questo senso. Il secondo ordine di ragioni, che farebbe propendere per la costituzione di una partecipata al 100% anziché snaturare l'attività di un colosso delle assicurazioni del credito come SACE, potrebbe essere quello di limitare il più possibile l'opposizione e le resistenze del sistema bancario e soprattutto dell'ABI, che in passato si è sempre opposta strenuamente all'odierna trasformazione della SACE in un soggetto concorrente nel mercato creditizio anziché di un soggetto complementare.

Venendo al nuovo raggio di azione e quindi le attività ulteriori che SACE – o meglio il soggetto bancario interamente controllato da SACE – sarà chiamato a svolgere in virtù del Decreto Legge  3/2015, è facile prevedere quali saranno tali ulteriori attività, anche volgendo lo sguardo al compito che le Ex-Im Banks svolgono negli altri Paesi. 

Attualmente SACE fornisce alle aziende Italiane orientate all'export, servizi di assicurazione del credito, di protezione degli investimenti, di rilascio garanzie finanziarie, di cauzioni e di factoring assumendosi - per esempio - il rischio Paese in talune operazioni, che il settore privato non è in grado o non vuole accettare. Tali attività sono del tutto complementari e strumentali all'attività di finanziamento o di lending che vengono prestate dalle Banche. In virtù del Decreto Legge  3/2015 e con l'autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria, SACE potrà prestare essa stessa attività di lending nei confronti delle medesime aziende che svolgono import-export, aziende per le quali attualmente SACE già presta le attività complementari e strumentali di cui sopra.  Solo a titolo esemplificativo – ma non esaustivo – SACE potrà: i) offrire linee di credito all'importazione ed all'importazione che gli altri operatori dal trade finance non possono (o non  vogliono) fornire alle PMI; ii) finanziare direttamente il working capital delle aziende, finanziamento che potrà essere utilizzato per l'acquisto di prodotti finiti, pagare per materie prime, materiali di consumo, manodopera e spese generali necessarie all'attività di export; iii) fornire Term Financing e finanziamenti ponte agli stessi acquirenti stranieri per finanziare l'acquisto di beni e servizi da aziende Italiane, potendo utilizzare in questo ambito (per esempio per l'attività di due diligence sul buyer/borrower ), tutto il network e le relazioni che SACE possiede nei più importanti Paesi target delle esportazioni Italiane.

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