L'art. 44 del Disegno di Legge di Stabilità 2015 introduce una modifica al regime di tassazione dei dividendi percepiti dagli enti non commerciali, diminuendo notevolmente la quota esclusa da tassazione. La modifica, se approvata, avrà effetti assai rilevanti, fra gli altri, per i Trust che detengono partecipazioni societarie.

La tassazione dei dividendi percepiti dai Trust non commerciali. La fine di un'epoca?

Preliminarmente, è necessario ricordare come, allo stato attuale, i dividendi percepiti dagli enti non commerciali residenti in Italia (ivi inclusi i Trust) non siano soggetti a ritenuta alla fonte e non concorrano alla formazione del reddito imponibile nella misura del 95% del loro ammontare.

Se il Disegno di Legge di Stabilità 2015 verrà approvato senza modifiche, la quota non imponibile del dividendo distribuito ad un Trust non commerciale diminuirà dal 95% al 22,26%, per gli utili distribuiti a partire dal 1 gennaio 2014.

L'impatto di una tale riforma risulta decisamente penalizzante per tutti quei Trust non commerciali che detengono partecipazioni societarie.

Infatti, per i Trust non commerciali c.d. "opachi", cioè i cui redditi vengono direttamente attribuiti al Trust medesimo, la tassazione del dividendo passerà dall'attuale 1,375% (pari al 27,5% sul 5% del dividendo) al possibile 21,38% (pari al 27,5% sul 77,74% del dividendo).

Al contrario, nei Trust non commerciali c.d. "trasparenti", i dividendi sono imputati e tassati direttamente in capo ai beneficiari, in proporzione della relativa quota di partecipazione al Trust. Con la riforma così come si presenta, la tassazione in capo al beneficiario (per il quale supponiamo applicabile un'aliquota marginale IRPEF del 43%) aumenterà in modo ancora più evidente: dall'attuale 2,15% al futuro 33,42%.

E' chiaro come il Legislatore si sia prodigato per colpire i possibili impieghi elusivi del Trust non commerciale, equiparando la tassazione dei dividendi percepiti dagli enti non commerciali a quella delle persone fisiche aventi partecipazioni qualificate.

In attesa della approvazione definitiva del testo di legge, confidiamo in un ripensamento del Legislatore in materia. Un tale regime farebbe perdere de facto al Trust non commerciale quell'attrattiva, fiscale e di elasticità normativa, che lo caratterizza e che lo rende uno degli attuali e migliori strumenti per gestire, ad esempio, le partecipazioni societarie.

Siamo a disposizione per qualsiasi chiarimento sull'argomento.

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