Yellow light for the British "Traffic Light" Food Labelling system: The European Commission initiates infringement proceedings against the UK

È del 1 ottobre scorso la notizia che la Commissione europea ha deciso di aprire una procedura d'infrazione contro il governo britannico, per l'introduzione del sistema di etichettatura traffic light. Secondo la Commissione ci sarebbe una presunta violazione del principio di libera circolazione delle merci - in violazione della normativa contenuta nel TFUE - in conseguenza del sistema di etichettatura nutrizionale adottato dal Regno Unito.

1. L'adozione del sistema di etichettatura "traffic light" nel Regno Unito.

Con il Reg. UE n. 1169/2011, che modifica i precedenti Reg. n. 1924 e n. 1925 del 2006, è stato statuito l'obbligo di fornire informazioni sugli alimenti ed in particolare sulla loro identità, composizione, proprietà e caratteristiche. Tale regolamento prevede anche la possibilità di apporre su base volontaria delle ulteriori etichette descrittive delle caratteristiche degli alimenti, oltre a quelle obbligatorie ivi richieste.

In ragione di tale possibilità, il Regno Unito nel 2013 ha introdotto un sistema volontario di etichettatura degli alimenti (front-of-pack labelling) che prevede di poter fornire informazioni sulle percentuali di zuccheri, sale, grassi e acidi grassi saturi ricorrendo al sistema di etichettatura traffic light. Lo scopo è di tutelare la salute dei propri cittadini attraverso un approccio consapevole al consumo degli alimenti contrastando il crescente fenomeno dell'obesità che colpisce tutto il primo mondo incluso il Regno Unito.

Come è facile intuire, il rosso viene utilizzato quando le percentuali dei diversi nutrienti superano i consumi giornalieri raccomandati, il verde quando le percentuali sono ben al di sotto e il giallo per i casi intermedi.

Nello specifico, i criteri di attribuzione dei tre colori seguono questo schema:

Grassi totali Grassi saturi Zuccheri Sale
High: > 17,5 g di grassi per 100 g High: più > 5 g di grassi saturi per 100 g High: > 22,5 g di zuccheri totali per 100g High: > 1,5 g di sale per 100g (o 0,6 g di sodio)
Mid: < 17,5 g e >di 3 grammi di grassi per 100 g e Mid: < 5 g e > di 1.5 grammi di grassi saturi per 100 grammi Mid: < 22,5 g e >di 5 grammi di zuccheri totali per 100 grammi Mid: < 1,5 g (o,6 sodio) e > 0,3 grammi (0,1 sodio) di sale per 100 grammi
Low: 3 g di grassi o meno per 100g Low: 1,5 g di grassi saturi o meno per 100g Low: 5 g di zuccheri totali o meno per 100g Low: 0.3g di sale o meno per 100g (o 0,1 g di sodio)

Come detto il Governo britannico non ha imposto tale sistema ma lo ha fortemente raccomandato, al punto che il 97% del comparto della distribuzione vi ha aderito.

2. Le reazioni del mercato al sistema di etichettatura "traffic light".

Il sistema di etichettatura traffic light, è stato accolto con favore da una piccola parte di associazioni a protezione dei consumatori e da alcune aziende produttrici del settore, ma sostanzialmente si può affermare che la sua adozione è stata in linea di massima giudicata negativamente.

Le critiche più forti sono giunte da diversi Paesi comunitari tra cui l'Italia (che nel corso dell'EPSCO è stata appoggiata da Cipro, Francia, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Spagna), e questo per un duplice ordine di ragioni.

Il fronte dei detrattori evidenzia che l'etichettatura "traffic light" non fornisce indicazioni sulla base delle quantità effettivamente consumate di uno specifico prodotto, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze al suo interno, e questo può essere fuorviante, e penalizzare la commerciabilità di un prodotto.

Ad esempio, stando all'etichettatura traffic light, un alimento come l'olio extravergine d'oliva risulta un prodotto off limits, e questo in ragione del suo alto contenuto di grassi; al contrario una bevanda gassata light è contraddistinta da un bollino verde in ragione del fatto di essere priva di zuccheri e grassi. Quello che l'etichetta non spiega però è che l'olio extravergine d'oliva è sì un alimento ad alto contenuto di grassi, ma che, se consumato in maniera corretta, grazie alle sue proprietà, può apportare importanti benefici all'organismo. Specularmente, l'etichetta informa il consumatore che la bibita gassata light è priva di zuccheri e grassi, ma non del fatto che contiene delle sostanze chimiche, quali edulcoranti e dolcificanti, che se consumati in grande quantità possono arrecare gravi danni alla salute.

Ma vi è una seconda ragione, forse ancora più rilevante della prima, che rende inviso il sistema di etichettatura traffic light a molti paesi dell'Europa continentale e in particolar modo a quelli della fascia meridionale (Italia, Spagna e Francia).

Come dalla tabella sopra riportata il semaforo rosso penalizza quei prodotti con presenza di materia grassa superiore a 17,5 grammi; orbene, la maggior parte dei prodotti di punta dell'esportazione di paesi come Italia, Spagna e Francia sono perlopiù appartenenti a tale categoria.

Basti pensare al menzionato olio extravergine di oliva, ai grandi formaggi italiani o francesi (parmigiano reggiano, grana padano, roquefort, brie e camembert solo per citarne alcuni), o ancora alle eccellenze suine come il prosciutto crudo italiano o il Jamon Iberico spagnolo. È quindi evidente che un sistema del genere risulta penalizzante per gli esportatori di tali prodotti, che ricordiamo sono per la maggior parte delle eccellenze gastronomiche con marchi di certificazione e qualità ai massimi livelli.1

Non a caso sia l'Italia che altri Paesi UE hanno intravisto nell'adozione del sistema a semaforo una scelta economica di stampo protezionistico da parte della Gran Bretagna che, dietro alle finalità di natura sanitaria a difesa dei cittadini, nasconde un meccanismo di alterazione del libero gioco della concorrenza.

Per tali ragioni l'Italia e altri paesi europei hanno messo in rilievo, sin dalla sua adozione, come il sistema del semaforo avrebbe avuto un impatto negativo sul commercio, con la possibile presenza di barriere tra Stati membri, comportando una violazione all'articolo 34 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea.

In buona sostanza i Paesi contrari al sistema dell'etichettatura traffic light, hanno evidenziato la non obiettività e la discriminatorietà di tale sistema e il suo essere d'ostacolo alla libera circolazione (o penetrazione commerciale) dei prodotti alimentari. Come prevedibile, la risposta della Commissione non si è fatta attendere troppo a lungo.

Alla Gran Bretagna sono stati dati due mesi per presentare le proprie osservazioni sul problema di applicazione del diritto dell'Unione riscontrato dall' esecutivo UE, dopo scatterà la procedura d'infrazione.

Footnote

1. Nel primo semestre del 2014 le esportazioni italiane verso il Regno Unito di prodotti come formaggi, salumi, oli, dolci e pasta sono state pari a 432 milioni di euro. Il sistema di etichette a semaforo avrebbero potuto far diminuire di circa un 10% tale valore, un danno quindi stimabile in circa 40 milioni di euro. (fonte il Sole 24 Ore, Giovedì' 2 ottobre 2014)

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